TMW- La favola di Diabatè

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Sette gol in sei partite. Cheick Diabaté, in Serie A, ha già conquistato tutti. Mezzi fisici eccezionali, ma anche ottime doti tecniche, il navigato attaccante maliano è infatti una delle rivelazioni di questo finale di stagione. Bravo De Zerbi a dargli fiducia. Bravo il Benevento a puntarci in prestito dall'Osmanlispor lo scorso gennaio. Ma la favola tra i pro dello "Jan Koller d'ebano" parte da molto lontano. Precisamente in Corsica. Cresciuto nelle giovanili del Bordeaux, il classe '88 esordì infatti coi grandi all'Ajaccio, in prestito in Ligue 2 nel 2008-2009, segnando ben 14 gol. Ed è proprio il suo ex compagno di squadra, nonché capitano, Thierry Debes, che TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva per ricordare i suoi esordi nel mondo del calcio.

Debes, se le dico Diabaté cosa le viene in mente?
"Forza, esplosività e senso del gol. Ho conosciuto Cheick quando aveva solo 20 anni e già allora si vedeva che aveva il talento di un predestinato. È un grande calciatore, ma anche un bravissimo ragazzo".

In quella stagione, la sua prima tra i professionisti, Diabaté riuscì a segnare d'altronde 14 gol in 31 partite.
"Ci diede una grossa mano. Ho solamente ricordi positivi di Diabaté. Arrivò in prestito dal Bordeaux da sconosciuto e se ne andò in grande rampa di lancio. Non aveva paura di niente e in campo non si risparmiava mai".

Lo dice chi di quella squadra era non solo il portiere, ma anche il capitano.
"È vero. Ho giocato all'Ajaccio dal 2007 al 2012 e ancora oggi lavoro in questo club come allenatore dei portieri. Vi garantisco che non è facile ambientarsi e conquistare un posto da titolare in una piazza calda e competitiva come la nostra. Diabaté ci riuscì, nonostante fosse giovanissimo".

Stufacente fin dalla prima partita?
"Assolutamente. Il primo ricordo che ho di Diabaté è una bella doppietta in amichevole. C'era grande curiosità intorno a questo ragazzone africano. Invece, prima partita, primo pallone e sassata dalla distanza che gonfia la rete. Rimanemmo tutti a bocca aperta, anche perché Cheick chiuse quell'incontro addirittura con una doppietta".

Un bel biglietto da visita, prima dei 66 gol con la maglia del Bordeaux, l'avventura in Turchia e gli otto gol col Metz. Crede che Diabaté avrebbe potuto ambire a un ulteriore salto in carriera?
"Secondo me può ancora farcela. La carriera di Cheick finora è stata ottima, ma penso che sarebbe potuta essere anche superiore. Diabaté ora ha quasi 30 anni, ma non stonerebbe affatto in un cosiddetto top club, anzi. Magari era meno conosciuto all'estero, in Francia però è sempre stato considerato un bomber di razza".

Intanto, se lo coccola il Benevento, rinvigorito nella corsa salvezza proprio dai suoi gol.
"I suoi numeri in Serie A sono straordinari e dimostrano per l'ennesima volta il valore di Cheick. Non mi sorprende il fatto che sia riuscito a lasciare il segno in così poco tempo anche a Benevento: ha una personalità incredibile e può fare ancora tanta strada".

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