Lotito "tessitore" dal 2004

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lotino sa bnC’è una “congerie di telefonate compromettenti” e di “prove inequivocabili” delle “pressioni” esercitate dal patron della Lazio Claudio Lotito “sul mondo arbitrale in un contesto di lotte intestine per la nomina a Presidente della Figc tra l’uscente Franco Carraro e l’aspirante emergente Giancarlo Abete” per assicurarsi il «salvataggio» della Lazio dalla retrocessione nel campionato 2004-2005. Lo scrive la Cassazione nella sentenza su ‘Calciopoli’ rilevando che l’allora vice della Figc, Innocenzo Mazzini, viene intercettato mentre assicura a Lotito che la sua “mediazione” era riuscita ad assicurare alla Lazio un occhio di favore da parte dei designatori arbitrali Bergamo e Pairetto. “Così come avevano avuto esiti positivi interventi di persone estranee all’ambiente calcistico quali” Cosimo Maria Ferri – attuale sottosegretario alla giustizia – e l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini. Si ricordano le “sviste arbitrali” in “favore della società romana” durante le partite Lazio-Chievo e Lazio-Parma. Ad avviso della Cassazione, il comportamento di Lotito – con le sue «manovre pressorie» – ben rappresenta un “fenomeno degenerativo” di “condotte idonee all’alterazione di una gara”. Per gli ‘ermellini’, “non è chi non veda, infatti, ai fini della rilevanza penale, l’assenza di sostanziali differenze tra la condotta di chi offre o dà denaro (o permette altri vantaggi) a soggetti appartenenti ad un’altra squadra per assicurarsi la vittoria o il vantaggio in classifica, e la condotta di chi persegua tali obiettivi attraverso manovre più subdole ma ugualmente destinate al raggiungimento di quello scopo”. Anche per Lotito il processo si è concluso con la prescrizione, prima ancora di giungere in Cassazione, dei due episodi di frode sportiva per i quali era imputato.

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