Perparim Hetemaj intervistato da Il Corriere dello Sport

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Quali notizie mi arrivano dalla mia famiglia in Finlandia? In questo momento stanno meglio che in Italia, lì non c’è quarantena, anche se hanno consigliato a tutti di non uscire e di non far visita ai nonni. Un po’ la Finlandia mi manca, ma proprio perché ci sono tutti i miei cari: mia madre, mio fratello, due sorelle, quattro nipoti dai due ai cinque anni, ed ora anche mia moglie. Mi mancano: a parte mia moglie, gli altri non li vedo da quasi sei mesi ormai. La routine in casa è pesante, se mi manca il campo? Beh, questo manca a tutti. Io mi alleno tutti i giorni, tranne il lunedì, seguendo il programma che ci ha inviato il “prof”, uso anche una cyclette che ho in casa. E’ vero, le giornate sono sempre troppo uguali: sveglia, colazione, una chiacchierata al cellulare, poi due ore di lavoro. Pranzo, riposo e altre due ore di lavoro. In questa routine bisogna trovare qualcosa di diverso da fare, altrimenti le giornate non passano mai. Qualche volta faccio un po’ di yoga, avevo seguito un corso in Finlandia e serve per fare qualcosa di diverso. Sto anche partecipando ad un corso da allenatore on line, così di tanto in tanto provo anche a studiare. E per finire mi cimento in cucina: sto facendo un risotto, non l’avevo mai fatto prima, speriamo bene. Se si dovesse riprendere a giocare quanto tempo ci servirebbe? Potrebbero bastare due/tre settimane, forse quattro. Non dimentichiamoci che i professionisti hanno tutti continuato ad allenarsi nelle proprie case, ognuno fa quello che può. Se penso che quando sono in vacanza non faccio niente e ora invece mi alleno tutti i giorni, credo che non ci vorrà molto tempo per ritrovare la forma. Il problema è capire quando questo sarà possibile farlo. Secondo me la situazione deve ancora migliorare di molto, i numeri non sono ancora quelli che ci aspettiamo. C’è disparità di veduta riguardo la ripresa? Devo confessare che non seguo molto i dibattiti che si stanno accendendo sulla ripresa o meno del campionato. L’importante è che tutto vada bene. E’ evidente che noi un campionato così lo
vogliamo terminare e speriamo di riprendere il più presto possibile, significherebbe che il momento peggiore è passato. Il Benevento, è inutile ripeterlo, merita di andare in A: lo stanno dicendo tutti. Speriamo di farlo sul
campo, d’altro canto a noi basterebbero poche partite per la matematica promozione. Se il destino è stato beffardo con noi? Abbiamo fatto un campionato incredibile, il merito è di tutti, dal mister alla società che ha
costruito questa squadra. In tredici anni che sto in Italia, credo di non essermi mai trovato in un gruppo così: ragazzi splendidi, è stato facile integrarsi subito. Poi, è ovvio, i risultati hanno contribuito a darci serenità. Ho legato con tutti, mi sembra anche ingeneroso indicare solo qualcuno, da Sau a Volta, a Schiattarella, a Insigne, Improta, Viola. Proprio tutti. Meritiamo di finirlo un campionato così e di ridare di nuovo tanta gioia alla nostra gente. Potrei fare da chioccia a chi non ha mai giocato in Serie A? Il mio desiderio è quello di rimanere anche nella massima serie, sono sereno, vediamo quello che accade. Sto bene a Benevento, ma in questo momento il mio unico pensiero è terminare questo campionato. In ogni caso sono sicuro che la squadra sarà molto forte e competitiva per rimanere
in Serie A. Il mister è bravissimo: ci avevo giocato contro, ma averlo come allenatore è stato davvero bello. Lui non è solo il nostro mister, fa degli scherzi ed ha un entusiasmo smisurato: è uno di noi. Il mio futuro è in Finlandia? Sì, quando termino di giocare in Italia torno lì. Ci sono tutti i miei familiari, non posso stare lontano da loro. Sono fortunato a fare il calciatore e finchè riesco a giocare a questi livelli posso rimanere in Italia, poi posso anche pensare di chiudere la carriera in Finlandia. La cosa più importante in questo momento è che si superi questa pandemia: ci sono giorni che vedi i numeri senza miglioramenti e ti intristisci, ma so che bisogna essere positivi e fare di tutto perché torni il sereno.”

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