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Il Benevento visto da calciomercato.com

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Ventuno gare alla fine del campionato, un intero girone di ritorno da disputare, 63 punti ancora a disposizione e una stagione che, nonostante tutto, sembra aver ormai raggiunto il capolinea: per spalancare al Benevento le porte degli inferi, quelle della Serie B, manca ormai solo il sigillo dell'aritmetica. La sconfitta con la Spal ha scavato una voragine tra i giallorossi e la zona salvezza: 13 punti (che sono 14 considerando gli scontri diretti), un'enormità per chiunque, figuriamoci per una squadra che in 17 giornate è stata capace di conquistare un solo pareggio.

Insomma, la stagione è bella che andata e, in questo momento, è persino inutile provare a discutere su quale sia la matrice di questo fallimento, anche se le idee sono chiare sin dalla scorsa estate. Carta canta, le prove scritte sono inoppugnabili: su queste pagine, abbiamo sempre evidenziato quali sarebbero state le difficoltà del Benevento, quali i limiti e le possibili vie d'uscita (i risultati quelli no, era impossibile prevedere un disastro di simili proporzioni). Ieri se n'è reso conto anche il presidente Vigorito che finalmente, dopo aver giustificato ogni obbrobrio del passato, si è arreso all'evidenza dei fatti e ha ammesso che questa squadra è stata costruita male. Lo ha anche dichiarato ai microfoni di Sky: "De Zerbi ha un grande orgoglio e farà di tutto affinché questa squadra termini con dignità questa stagione, iniziata come un sogno. Abbiamo perso tutto ma non dobbiamo perdere la dignità, non si può non essere responsabili quando si fanno piangere i bambini sugli spalti e se si firmano contratti importanti. Tutti devono assumersi le responsabilità, me compreso. La campagna trasferimenti evidentemente è stata sbagliata, potevamo avere maggiore esperienza in questa rosa. Ora chi mi ha dato dei consigli dovrebbe andare a pregare altrove ma i giocatori non devono sgravarsi di responsabilità. Mercato? Sento sempre parlare di progetto quando si firmano i contratti ma i calciatori si dividono in giocatori che amano le sfide impossibili e chi no. Ma del resto in questi anni ci siamo abituati alle sfide impossibili ma se non dovessimo salvarci non sarà una tragedia. Sicuramente prenderemo giocatori che si assumono le proprie responsabilità. Chi ha voglia di divertirsi lo faccia nel campetto di parrocchia, chi viene pagato deve giocare con impegno e dignità".

Bene, dopo aver buttato all'aria quattro mesi nascondendosi dietro alibi e scusanti, è il momento di intervenire per correre ai ripari. Perché se non ci sono possibilità di mantenere la categoria, almeno la faccia va salvata: retrocedere ci può stare, forse era pure da mettere in preventivo, farlo in questo modo però significherebbe inabissare nella vergogna una piazza che non lo meriterebbe affatto. L'unica componente che si è salvata in quest'annata finora avara di soddisfazioni sono sicuramente i tifosi che hanno sopportato di tutto solo per la passione genuina che provano per questi colori. Adesso la squadra e la società devono fare di tutto per preservare almeno la loro dignità. Non vi si chiede altro.

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